04.07.21 – Un ricorso aggiuntivo, a valere anche come ricorso autonomo, è stato presentato lo scorso 27 giugno, dall’Unione Piloti al Tar del Lazio in merito ai criteri e meccanismi tariffari per il servizio di pilotaggio. Oggetto del ricorso, che sarà discusso davanti alla terza sezione del TAR di Roma, è l’illegittimità della nota del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti 20214 del 10.08.2020 originariamente impugnata, sulla scorta di svariati motivi indicati in narrativa, nonché delle successive note MIT del 28.04.21, 17.06.21 e 18.06.21, per le quali si chiede l’annullamento; il silenzio dell’amministrazione nella vicenda della rideterminazione della voce tariffaria contributo federale del 2%” nonché la condotta antisindacale tenuta dall’Amministrazione.
L’Unione Piloti – si legge nel ricorso – nel dare riscontro alla richiesta del 22.07.20 del MIT, nella persona del Direttore Generale Mauro Coletta, di formulare una propria proposta tenendo in debito conto due studi portati alla loro attenzione: (THE BRATTLE GROUP “Le tariffe dei sistemi di pilotaggio marittimo – Approfondimenti metodologici e linee guida ” C.I.E.L.I. “Efficienza e coerenza con le best-practice tariffarie dell’attuale sistema di tariffazione del servizio di pilotaggio nei porti italiani e coerenza con i principi espressi nel Regolamento UE) sottolinea di averne contestato la filosofia.
In particolare rileva come gli advisor abbiano potuto individuare solo le criticità che riducono l’incremento tariffario, senza nemmeno motivarle, dare per buone le modifiche operate nel tempo nonostante queste avessero quale unico intento quello di calmierare gli aumenti, e non abbiano invece provveduto ad individuare e motivare, parametri ed elementi rispettosi dei principi di economicità e proporzionalità enunciati nella 352/2017; infine i restanti fattori, che avrebbero apportato aumenti, non sono stati proprio considerati, anche se presenti nella formula per lo sviluppo tariffario del servizio portuale dove si applicano le stesse regole.
Le differenze sono state ampliamente e più volte segnalate a partire dal 29 maggio 2019 dove l’UP con nota p037.2019 segnalava come alcuni elementi della formula “Tartuffo” venissero applicati in modo difforme. Nondimeno l’Unione Piloti non si è sottratta evidenziando le aporie e manifesta contraddittorietà dell’ipotesi base sottoposta alla sua analisi.
L’UP – ricorda -inoltre – di aver indirizzato in data 24 settembre 2020 una ulteriore nota volta a rappresentare come l’iter istruttorio “contrariamente a quanto confermato dalla medesima Direzione Generale (D.G.), non sia affatto concluso. I timori sono, altresì, alimentati dagli incontri, anche recenti, organizzati presso la sede di Fedepiloti con le altre associazioni di categoria, volti a “mitigare gli effetti negativi per i piloti derivanti dall’applicazione alla formula tariffaria delle risultanze dello studio elaborato dall’advisor per conto del Ministero, sinteticamente riportati nell’estratto del resoconto (estratto della riunione)”.
Inutile dire che l’Unione Piloti è stata esclusa da qualsiasi ricerca di una posizione condivisa da presentare al Ministero ed il mancato coinvolgimento comporta un’irricevibile proposta di revisione dei criteri e meccanismi delle tariffe del servizio di pilotaggio che non può essere oggetto di trattativa di nessun tavolo, anche se autorevole, al di fuori di quello Ministeriale.”
L’unico punto sul quale si è registrato un significativo distacco fra quanto previsto nello studio dell’Advisor di riferimento del Ministero e il provvedimento impugnato – si legge nel ricorso -riguarda la ridefinizione del contributo federale del 2%.
Il silenzio, nonostante le richieste dell’Unione Piloti, dell’Amministrazione non può quindi che conseguire per la parte ricorrente l’accertamento del diritto alla ridefinizione del contributo federale nei termini auspicati dall’Advisor dell’Amministrazione stessa e dall’Unione piloti. Consegue la necessità, inoltre, di accertare il danno patito dall’UP, nella sua integralità, da determinare in corso di giudizio sulla base dell’esibizione, da parte dell’amministrazione, degli atti dai quali possa risalirsi all’ammontare delle somme non percepite dall’associazione sindacale.
Nel ricorso, l’UP rileva anche la violazione del disposto precettivo dell’art. 28 dello Statuto dei lavoratori che sanziona ogni forma di comportamento, anche amministrativo, riconducibile ad una condotta antisindacale. “Basti considerare che l’inaudita e inopinata presa di posizione dell’Amministrazione, in particolare nell’allegato 1 ai provvedimenti del 28 aprile 2021, laddove, a pagina 2 di un provvedimento il cui stile redazionale denota un partecipato sentimento di favore nei confronti della sola rappresentanza sindacale della Fedepiloti, si legge che “al gruppo di lavoro, seppur invitata a partecipare in via istituzionale, non ha preso parte l’UP ”, è dì per sé idonea a generare un quadro di assoluta incertezza in ordine al rapporto pubblicistico esistente tra MIT e Unione Piloti, da una parte, e tra Unione Piloti e Piloti, dall’altra.
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