Carissimi Colleghi,
in apertura dei lavori di questa 15^ Assemblea Nazionale UPI, è doveroso rivolgere il nostro primo pensiero al ricordo del nostro compianto Collega Romeo Mangano, la cui scomparsa agli inizi di quest’anno ha lasciato un vuoto enorme.
La sua umanità gli ha permesso di restare una persona semplice senza mai perdere autorevolezza.
Nella nostra Associazione di cui è stato Vicepresidente, ha portato avanti battaglie e iniziative nell’interesse dell’intera categoria dei Piloti Italiani.
Qui oggi con Voi voglio ricordarlo con un grande applauso.
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Voglio ora dare il benvenuto ai colleghi qui intervenuti con le loro famiglie e salutare con affetto tutti coloro che ci seguono in diretta streaming.
Finalmente dopo due durissimi anni di restrizioni dovute alla pandemia ci ritroviamo in presenza, nella meravigliosa cornice della Chiusa di Chietri ad Alberobello.
Nel dare il via ai lavori di questa 15^ Assemblea Nazionale dell’Unione Piloti mi permetto – in premessa – una breve riflessione personale e umana.
Non posso non ricordare – con grande amarezza – i tentativi di attacco diretti non tanto e soltanto al Sindacato Unione Piloti ma anche alla mia persona.
Mi rattrista ricordare i tentativi strumentali di infangare la mia dignità e la mia onorabilità di uomo che ha portato i termini di questo scontro – che speravo leale e franco come si addice a noi gente di mare – ad un livello di meschinità inimmaginabile in un contesto come il nostro.
E cosa poi dire del tentativo da parte di alcuni di imbavagliare il nostro sindacato, di impedirci di raccontare le verità scomode anche in alcuni palazzi romani.
Il mio impegno come Essere Umano e come Pilota è sempre stato quello di agire seguendo i principi della lealtà – del rispetto – della trasparenza e della ricerca della verità.
Lo devo non solo a me stesso ma anche a tutti voi che mi gratificate con la Vostra fiducia e la Vostra amicizia.
Chiudo questo iniziale momento di sfogo – di cui spero comprenderete la necessità – citando una frase di Aldo Moro:
“Quando si dice la verità
non bisogna dolersi di averla detta.
La verità è sempre illuminante.
Ci aiuta ad esser coraggiosi.”
Ed è con coraggio che cerchiamo di rispondere anche ai tentativi – che definisco con forza subdoli – di delegittimare il nostro lavoro di Sindacato – e nondimeno di svilire le legittime aspettative di tutti Voi colleghi che credete nella bontà delle nostre azioni.
Il lungo iter tariffario ha mostrato – a nostro avviso – il suo reale scopo: minare l’architettura su cui si regge la nostra amata professione.
Ci sembra ormai palese l’obiettivo di mettere in discussione quei principi indicati dal codice della navigazione e nel suo regolamento a tutela del servizio di pilotaggio.
Rilevo, non senza amarezza, che tali attacchi sono stati perpetrati, spesso, nel silenzio delle altre associazioni di categoria, in alcuni casi con la loro accondiscendenza o peggio ancora – oserei dire – con la loro complicità.
Unica a mantenere il punto è stata l’UPI cui apparteniamo e – di cui mi onoro essere il Presidente – meritando d’altro canto un evidente isolamento che – non riesco ancora a capacitarmene – altri Piloti mettono in atto contro la nostra Associazione – ignorando e bypassando a piè pari tutto il nostro agire nell’ambito dell’istruttoria per il rinnovo delle tariffe.
Mentre – a onor del vero – vi informo – questa volta con piacere – del favore che ha incontrato da parte dell’utenza e del Ministero – nel corso degli ultimi incontri – la nostra proposta di accorpamento delle stazioni pratici di Licata – Mazara del Vallo – Ortona – Pescara – Porto Empedocle – Termini Imerese con le Corporazioni Piloti limitrofe – nell’ottica tanto di aumentare la sicurezza di quei porti, con la garanzia di una copertura di supporto e rinforzo in caso di imprevisti o emergenze – quanto di impedire la soppressione del presidio di pilotaggio in caso di sensibile riduzione dei traffici .
L’ approvazione del nuovo sistema tariffario sbandierata come una vittoria – raccontata con toni trionfalistici – appare – dopo una lettura attenta e focalizzata esclusivamente sulla figura della Professione di Pilota – come una resa con l’onore delle armi.
L’obbligo per le Corporazioni di redigere annualmente – oltre ai rendiconti previsti dall’art. 120 del regolamento al codice della navigazione – anche un bilancio di esercizio strutturato secondo quanto previsto dal Codice civile, ha destato le maggiori perplessità.
Questa modifica introdotta è infatti oggetto di uno dei nostri ricorsi al TAR.
Sarà poi l’Avvocato Paolo Malaguti – nel suo intervento – ad aggiornarci sull’iter processuale dei nostri ricorsi.
La tanto vituperata formula “Tartuffo” – la cui bontà e trasparenza continueremo a difendere – garantisce dei riferimenti certi e sottratti a qualsiasi tipo di manomissione discrezionale – restando a nostro parere – l’unico metodo “incorruttibile” – proprio perché MATEMATICO – di elaborazione delle tariffe.
Non accetto che si parli di boicottaggio del Gruppo Di Lavoro o di una nostra “opposizione inconsistente e priva di contenuti ispirata solo all’obiettivo della ricerca di visibilità anche a danno della categoria e degli interessi dei piloti” – così come ha testualmente affermato l’ex Presidente di FedePiloti nella sua relazione dello scorso aprile – in chiusura del suo mandato.
L’ex Presidente – sempre nel suo discorso di saluto, con il quale ha licenziato con toni trionfalistici le nuove tariffe – ha speso una buona parte della sua ars oratoria a stigmatizzare i nostri due ricorsi al Tar che, parole sue, “non avrebbero giovato alla leale collaborazione fra tutti gli interessati”
Ricordo – se ancora ce ne fosse bisogno – che quei ricorsi sono stati l’estrema ratio per UPI per far arrivare in qualche modo le proprie obiezioni e le proprie deduzioni – ignorate per tutta la durata dell’iter istruttorio.
Ricordo ancora che – nonostante l’atteggiamento irridente tenuto pubblicamente nei nostri confronti a proposito di tali ricorsi – alcuni colleghi iscritti ad altre associazioni di categoria hanno espresso la loro speranza di vederci vittoriosi.
Faccio notare infine che nel corso del mandato dell’ormai Ex Presidente di FedePiloti molte sono state le defezioni – giungendo persino alla nascita di una nuova Associazione di categoria.
Con forza continuerò a ricordare a tutte le parti in causa il carattere pubblicistico del servizio di pilotaggio.
E che il Regolamento UE 352/2017 ha voluto proteggere – appunto – il servizio di pilotaggio dalla liberalizzazione – diversamente dai servizi di ormeggio e rimorchio, perché – ripetiamolo ancora – l’applicazione dei principi concorrenziali si sarebbe scontrata con gli interessi pubblicistici – tutelati dal legislatore europeo – legati in particolare all’esigenza di Sicurezza della navigazione e di Rispetto dell’ambiente.
Come un mantra ripeterò che “l’unione fa la forza” al fine di perseguire la trasparenza indicata da Regolamento 352/2017 e parimenti la dignità della nostra professione.
Dobbiamo anche dirvi di una nuova attitudine che abbiamo riscontrato in alcuni casi nel corso dell’ultimo anno.
Stigmatizziamo la prassi invalsa tra i capi pilota di alcune corporazioni di negare l’accesso alla documentazione costituente il rendiconto annuale da parte di quei colleghi che lo hanno approvato a maggioranza – come da ben note indicazioni del regolamento di pilotaggio
Questi stessi piloti sono stati costretti – pertanto – ad adire i TAR competenti per vedere riconosciuto un loro diritto regolamentato e tutelato – tanto dal legislatore italiano quanto dal legislatore europeo – nella sua più ampia e completa espressione.
Ricordo ai colleghi “non collaborativi” che l’accesso agli atti degli enti pubblici – data ormai per acquisita la natura pubblicistica delle Corporazioni – è un obbligo che il legislatore ha voluto includere tra i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i “DIRITTI CIVILI E SOCIALI DA GARANTIRE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE” – inserendolo nell’art 117 della nostra Costituzione.
Dunque, parliamo di un modus operandi ostruzionista e negligente che – alla luce delle recenti modifiche in senso privatistico della compilazione del bilancio – temiamo possa rendere ancora più faticoso per un pilota, nella sua qualità di avente diritto, la verifica dei contenuti e la trasparenza dell’azione amministrativa del capo pilota.
Anche in questo caso abbiamo attivato la via giurisdizionale per il tramite dell’Avvocato Fabio Altese che – oggi qui in veste di relatore – ci aggiornerà sugli sviluppi dei procedimenti in corso.
Come dicevo i successi tanto declamati da alcuni in sede di approvazione delle tariffe possono così essere diversamente nella realtà sintetizzati:
Prendiamo in considerazione il primo elemento critico delle nuove tariffe:
Le Spese Ammesse.
Queste – per prassi consolidata – suffragata da autorevole giurisprudenza – sono sempre state considerate necessarie al regolare svolgimento del servizio di pilotaggio.
Siamo assolutamente convinti che le spese reali, legittime e consentite, sono solo quelle volte al soddisfacimento delle esigenze del servizio di pilotaggio così come indicato dagli articoli 110 – 1° comma – e 120 del Regolamento al Codice della Navigazione e quelle – a prescindere se ammesse o meno – implicitamente ed esplicitamente autorizzate dall’Autorità Marittima (Vedasi in tal senso la sentenza De Matteis).
Quindi, siamo assolutamente persuasi che inserendo nel documento rendiconto -e – o bilancio la colonna A (per Ammissibili) – V (per Valutabili) e N (per Non ammissibili), non si raggiunge l’obiettivo di creare una maggiore trasparenza.
Destano una forte perplessità le indicazioni Ministeriali per cui qualsiasi “Spesa non ammissibile” non deve essere intesa come non legittima e che le spese eccedenti il valore stabilito dal tavolo tariffario siano comunque consentite.
Tali discutibili “finanze creative” spesso favoriscono il conflitto tra tutti gli aventi diritto.
La nuova codificazione della spesa ammessa – nella sua volatilità definitoria – si pone – dal nostro punto di vista – in netto contrasto con il principio di trasparenza disposto dal Regolamento 352 – che – nel suo obiettivo di livellare le condizioni di partenza nel settore portuali – mira a fornire certezza giuridica agli operatori e a creare un clima più favorevole ad investimenti pubblici e privati.
A nutrire le nostre perplessità c’è stata la necessità indicata dal Ministero – in sede di approvazione – di rimandare ai successivi incontri del Gruppo di lavoro la revisione dei parametri tariffari.
A questo punto la domanda nasce spontanea.
Le nuove tariffe che altri spingono affinché noi le si approvi sono veramente rispettose dei principi del Regolamento UE?
L’Unione Piloti comunque – pur mantenendo ferme le motivazioni che hanno determinato il ricorso – nella testarda speranza di essere ascoltata nel portare il suo contributo al Gruppo di Lavoro – continua e continuerà a partecipare agli incontri.
Il secondo elemento di discussione – come vi dicevo – è la Quantificazione dell’elemento Base.
Nella necessità di individuare un quadro normativo unitario per tutti gli stati membri per la fornitura di servizi portuali e norme comuni in materia di trasparenza finanziaria dei porti – il considerando numero 39 del Regolamento (UE) 2017/352 riconosce esclusivamente al Pilota esperienze e conoscenze locali altamente specializzate – tanto da affidargli il compito di pubblico interesse – di segnalazione alle autorità competenti di anomalie potenzialmente rischiose per la sicurezza della navigazione o che rappresentino una minaccia o danneggino l’ambiente marino.
Pertanto, l’individuazione dell’Elemento base è – per noi – un punto fondamentale per la qualità del servizio garantito dai Piloti; reso da professionisti che posseggono elevatissimi livelli di specializzazione – selezionati attraverso concorsi pubblici.
La nostra preoccupazione è il possibile impoverimento “tecnico” dello stesso servizio di pilotaggio.
Professionisti titolati e specializzati – nella prospettiva di ruoli e compiti maggiormente gratificanti, preferiranno mettere le loro competenze a disposizione di soggetti più lungimiranti e illuminati.
E ci chiediamo – davvero increduli – come sia possibile che questa certosina operazione di svilimento della nostra professione avvenga nell’indifferenza dei nostri stessi colleghi – uomini di mare come noi.
Vittime e carnefici allo stesso tempo.
L’Unione Piloti non demorde e riparte convintamente dalla richiesta che – nel calcolo dell’Elemento Base – il riferirsi alla paga conglobata del 1° Ufficiale dovrà rappresentare solo il punto di partenza – e non certo il dato finale.
Ricordando – in proposito – anche il recente orientamento della giurisprudenza di merito che – come stabilito dalla nota sentenza del Tribunale di Genova – sta iniziando ad affermare che il pilota partecipa attivamente alla manovra alla stregua del Comandante, anziché semplicemente consigliare quest’ultimo nella manovra da intraprendere.
E prendiamo atto di aver peccato sicuramente di ingenuità quando abbiamo sperato che avremmo potuto chiedere all’unisono il riconoscimento del livello retributivo di un quadro A – parificando le nostre mansioni a quelle descritte dal Contratto Collettivo Nazionale Porti.
Ci siamo infatti chiesti quale sia stato lo scopo di una scissione, se nel gruppo di lavoro solo il nostro Sindacato continua a essere presente in maniera costruttiva, non accettando acriticamente quanto proposto dalle controparti.
Anche la nostra proposta di rivedere divisori dei K ha suscitato una incomprensibile opposizione da parte delle altre associazioni di categoria.
In occasione delle nostre riunioni presso il Ministero – si è arrivati addirittura ad affermare che per ottenere maggiore trasparenza non è necessario modificare i criteri e meccanismi relativi ai divisori, ma bisogna inserire il Capo Pilota in turno, mantenendo le stesse ore di lavoro settimanali, indicando perfino il riconoscimento del Capo Pilota fuori turno come un’anomalia.
Prendiamo atto che queste affermazioni sono arrivate dal nuovo Direttore della Federazione che – sebbene pro–tempore – è un professionista certamente qualificato – ma che non ha niente a che fare con il nostro mondo di gente di mare.
Come potrà mai tutelare i nostri interessi se non ha vissuto sulla sua pelle la fatica e la passione che solo un uomo di mare può conoscere?
Siamo rimasti in pochi.
Siamo forse troppo romantici, ma non possiamo rinnegare la nostra identità – un’identità che rivendichiamo con fierezza e orgoglio
Noi siamo Piloti dei Porti e se resteremo uniti,
se continueremo a credere orgogliosamente in noi stessi,
riusciremo a resistere e a preservare la nostra identità.
Grazie a tutti.
Contatore visite
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