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L’Unione Piloti e l’Unione Marittimi si appellano al MISE per il salvataggio di Tirrenia-CIN Moby

20 Aprile 2021admin

20.04.21 – L’Unione Piloti e l’Unione Marittimi, preoccupate per le conseguenze che si potranno avere in caso di mancato accordo per il salvataggio e soprattutto per il rilancio della compagnia Tirrenia-Cin Moby, auspicano che le istituzioni ed in particolare il MISE possano essere determinanti per assicurare alla portualità italiana il mantenimento di un fondamentale asset strategico per l’intero Paese. Vale la pena ricordare che la compagnia in esame oltre a rappresentare un pezzo di storia marinara italiana costituisce, direttamente o per indotto, fonte di sviluppo, lavoro e benessere.

L’Unione Piloti e l’Unione Marittimi chiedono quindi, in vista dei prossimi incontri Ministeriali,   alle istituzioni preposte di adoperarsi affinché si possa arrivare alla giusta conclusione della vicenda salvaguardando in special modo le tante famiglie che in un momento identificano in quella società il loro Futuro.

La forte preoccupazione manifestata dalle due organizzazioni attraverso una nota del presidente, il CLC Vincenzo Bellomo, fa seguito alla notizia che lo scorso 18 aprile la Procura di Milano ha chiesto il fallimento di Compagnia Italiana di Navigazione del gruppo Onorato, nata dalla privatizzazione dell’ex statale Tirrenia, dichiarando inammissibile la proposta di salvataggio,  mai concretizzatasi, annunciata dalla stessa CIN.

La Procura di Milano, nella richiesta di fallimento, ha indicato un passivo di circa 200 milioni e debiti scaduti per una cifra che va dai 350 ai 400 milioni, di cui 180 nei confronti dell’amministrazione straordinaria della Tirrenia.

La società  insieme alla capogruppo Moby aveva presentato lo scorso luglio una richiesta di concordato in bianco puntando su un accordo di ristrutturazione del debito (art. 182 bis della legge fallimentare), ad oggi non raggiunto con chi detiene il 60% dei crediti aziendali.

L’unico spiraglio per evitare il fallimento è  un nuovo concordato preventivo o accordo di ristrutturazione da raggiungere entro il 6 maggio prossimo, data in cui il  Tribunale di Milano dovrà pronunciarsi: fallimento, concordato preventivo o amministrazione straordinaria. Se la soluzione finale sarà questa appare scontata l’apertura di una indagine per bancarotta.

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